Una novità al giorno toglie il medico di torno
- Lidia Bonomi
- 1 giorno fa
- Tempo di lettura: 3 min
Spingiti a fare qualcosa in cui non sei bravo. Perché è gratificante, divertente, ma, soprattutto, fa bene al sistema nervoso.
Quella di oggi è una riflessione sul nostro cervello e come si comporta quando decidiamo di fare “qualcosa di nuovo”. E per dimostrarlo, esco anch'io dalla mia zona di comfort e scelgo una materia scientifica per l'articolo di oggi.

Il nostro cervello è probabilmente una delle macchine più elaborate e meravigliose dell'universo. Per metterla nelle parole del fisicista Emerson M. Pugh: Se il cervello umano fosse stato così semplice che fosse stato possibile per noi capirlo, noi saremmo stati così semplici che non lo avremmo capito. Tuttavia, come confermato nel 2018 da uno studio della University of British Columbia, quest'organo eccezionale è, essenzialmente, “pigro”. Se può mettere in serbo un po’ di energia, o saltare qualche tappa, lo fa. Quando “cediamo alla tentazione” di ragionare per stereotipi anziché sforzarsi a capire diversi punti di vista, o di saltare la lezione di crossfit per restare sul divano, possiamo dare la colpa al cervello, che è “programmato” per il risparmio energetico. E risparmiare energia è importante, basti pensare ai nostri antenati che dovevano conservare abbastanza forza per procacciarsi il cibo o evitare predatori. Ecco perché può capitare di rifugiarsi in quello che si conosce, in modelli e routines che permettono di salvare energia: “Sono sempre stato abituato così”, “io non sono bravo in matematica”, eccetera.

Ho insegnato in una scuola dove l'ethos principale era quello del Growth Mindset, ovvero una scuola di pensiero coniata dalla psicologa americana Carol Dweck secondo cui le proprie capacità derivano dall'apprendimento, il lavoro, la perseveranza: qui i ragazzi affrontavano ogni nuovo giorno a scuola con la filosofia che nessuno potesse “essere portato” per il francese, la matematica, le scienze. Si smontava il concetto di talento in favore di un vero e proprio tifo per l'allenamento e la pratica. Una meraviglia.
Cambiare abitudini e lanciarsi in cose nuove stimola la neuroplasticità, o plasticità sinaptica, ovvero la capacità del cervello di modificare la propria struttura, la propria funzione e le sue connessioni ed adattarsi agli stimoli a cui è sottoposto. Le sinapsi cerebrali (dal greco synapses = connettere) collegano i neuroni e provvedono allo scambio di informazioni. In particolare, quando impariamo qualcosa di nuovo, nuovi neuroni si attivano e si connettono attraverso le sinapsi, attivando la mente stessa. Sono come delle strade battute, delle vie preferenziali che si perfezionano man mano che vengono percorse. Se, per esempio, suoniamo la chitarra tutti i giorni, le sinapsi delle abilità richieste per suonare svilupperanno quelle connessioni sempre di più, e faranno sì che sapremo suonare la chitarra sempre meglio. E, analogamente, se un giorno decidiamo di lasciare la chitarra e giocare a basket, le sinapsi dovranno creare nuovi collegamenti affinché il nostro corpo sviluppi le capacità necessarie per fare canestro.
Alcune delle compagnie di successo richiedono che i propri dipendenti passino almeno il 10% del loro tempo a fare qualcosa di diverso, di nuovo, di completamente estraneo alla routine del loro ruolo lavorativo. Questo, guarda un po’, aumenta la produttività e la soddisfazione al lavoro.

Come insegnante di lingue, mi capita di sentire persone più su d'età affermare di essere “troppo vecchie” per imparare una nuova lingua. Ma è vero, o è solo che con l'età si è semplicemente troppo abituati a fare solo quello a cui siamo abituati? Ho visto persone imparare a fare tantissime cose diverse a tutte le età… basta fare pratica. E più veloce è il processo di riallineamento delle sinapsi, più velocemente si impara qualcosa di nuovo. Mantenere una mente attiva ed elastica mantiene il cervello sano e giovane. Che sia questa la ricetta della longevità?