Le verità su chi tende le mani ai naufraghi del Mediterraneo
Dopo il naufragio a Steccato di Cutro (CZ) a febbraio 2023 con i suoi 94 morti in mare, il governo ha inteso fare un po’ di propaganda, approvando un decreto tempestivo denominato decreto Cutro. Il quale, però, anziché facilitare il recupero e salvataggio di persone naufragate, ha prodotto esattamente l’effetto opposto. In contraddizione alla legge internazionale sui salvataggi in mare, che prevede di sbarcare le persone salvate al porto sicuro più vicino, il decreto dispone che possono essere portate a porti lontanissimi migliaia di chilometri e giornate di navigazione in più. In pratica le navi ONG si tengono così lontane dalle rotte a rischio naufragio e le persone salvate in sofferenza evitabile.
Marco Daffra, regista fiorentino, ha realizzato un film documentario cercando di mettere a fuoco le verità sulle ONG e le difficoltà che incontrano, smentendo la narrazione falsa e maligna che serpeggia contro le persone migranti. Dopo la proiezione del film a Riparbella il 4 giugno, ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Marco per conoscere la storia dietro le quinte.
Fare un film è un’impresa titanica; come hai avuto l’idea, come è stato finanziato e dove hai trovato gli operatori della tua squadra?
Bene, questa è facile, l’idea mi è venuta il momento che ho saputo di quel famigerato decreto Cutro, lo sai, è inaccettabile… Bene, così ho deciso e ho iniziato. Sì, è tutto autoprodotto e io sono l’unico operatore nella mia squadra. Alcune delle riprese me l’hanno date le ONG che collaboravano. Mi è venuto a costare, tutto sommato, sui €5.000; cioè quello più un anno di lavoro. Diciamo che ho fatto un anno di volontariato, ma sentivo proprio il bisogno di farlo.
Le ONG che compaiono nel film, italiane e di altre nazioni, da dove prendono i finanziamenti?
Le ONG ci sono grazie ai finanziamenti privati. È curioso, però, che parte dei finanziamenti a quelle più grosse arrivano dalle navi commerciali, i porta container. E perché questo? Perché loro, rispettando la legge internazionale del mare, se incontrano una barca di migranti naufraghi, li devono salvare. E il costo per loro è spaventoso, se perde un giorno, perde 100.000 euro, se perde due giorni sono 200.000 euro. Per cui preferiscono finanziare le ONG di modo che possano pattugliare il mare e fare loro i salvataggi. Così, in teoria, i porta container evitano di incontrare questi naufraghi sulla loro rotta.
Ah, ma c’è anche il Vaticano che aiuta le ONG. Infatti è stato attaccato dalla destra, figurati, che dice che il Papa è al soldo degli scafisti. (ride)
La legge del mare: le convenzioni internazionali sul salvataggio in mare e le norme del decreto Cutro, cosa succede in pratica quando si contraddicono? Come devono comportarsi gli operatori in mare quando gli viene negata l’autorizzazione a salvare la gente?
Chiunque nel mondo deve rispettare la legge internazionale del mare, che prevede che nel caso di trovare in mare uno che ha bisogno di soccorso, lo devi soccorrere. Punto. Il decreto Cutro è stato fatto molto furbamente, ma in contrasto alle leggi internazionali. Si regge in piedi grazie a delle virgole, grazie a avvocati super esperti. Vedi, fatto il salvataggio, ti viene assegnato un porto di sbarco, un porto sicuro (che dovrebbe essere il porto sicuro più vicino). Dopo assegnato il porto, te non puoi fare altri salvataggi, a meno che non trovi persone proprio sulla tua rotta per il porto di destinazione. Solo in questo caso, li puoi salvare. Se devi fare una deviazione, anche di poche miglia, non lo puoi fare. Con la scusa che devi portare la gente al porto sicuro immediatamente, senza perdere tempo a salvarne altri per non mettere a repentaglio la vita dei primi salvati. Ma se mi dai un porto lontano, te stai già mettendo la loro vita a repentaglio! Dover rimanere in mare, giornate intere, a volte con il mare in tempesta, d’inverno freddo da morire, d’estate il caldo, è già una tortura per queste persone. Vedi, sono cavilli legali, una cosa vergognosa! Sulla pelle di persone che hanno già subito tanto, non sono merce o oggetti, sono persone.
Ovviamente nel caso che sono avvisati di un secondo naufragio nella zona, dopo aver salvato il primo, ci vanno e li recuperano. Ma poi rischiano il fermo amministrativo, vuol dire che non possono più uscire dal porto, e multe pesanti. Quei giorni che la nave è ferma, non è disponibile per un eventuale salvataggio, capisci? Credo che almeno 12 ONG hanno fatto ricorso al Consiglio europeo o al tribunale, contro questo decreto perché contravviene le leggi superiori. Vedremo come va a finire.
Ma poi è tutta propaganda contro le ONG; se la gente sapesse, le navi umanitarie salvano solo il 7 % dei naufraghi, che sia vicino alla costa libica, in mare aperto o sulle coste italiane. È la guardia costiera italiana che salva il resto, il 93%, quando arriva l’allarme per un’emergenza. La bravura dei nostri militari (la guardia costiera) che salvano il 93% sarebbe da premiare tutti i giorni, ma non gli viene riconosciuto il loro lavoro di salvataggio.
Faccio l’avvocato del diavolo: voi siete dei buonisti, ma con la crisi sociale e economica, la povertà, il problema di trovare alloggi disponibili, cosa rispondi quando qualcuno obietta che non c’è più posto per i migranti in Italia?
Già, certo, se si dà retta alle menzogne. Se si dà retta invece ai dati, alla banca d’Italia, all’Istat, che dicono che la popolazione italiana è ultra vecchia, che vanno in pensione e mancano i soldi per pagare le pensioni perché mancano i lavoratori che pagano le tasse! E meno male che il 20 % delle tasse incassate sono pagate da lavoratori extracomunitari.
Abbiamo bisogno di questi giovani e abbiamo bisogno di metterli in regola, che possono lavorare e contribuire all’economia del Paese. I lavori ci sono, specialmente quelli che gli italiani non vogliono più fare, di fatica e con orari lunghi. Per esempio, i badanti, ne abbiamo sempre più bisogno per i nostri anziani. Mentre i nostri giovani vanno all’estero, legittimamente, per guadagnare di più e stare meglio che in Italia!
I popoli si sono sempre spostati da una parte all’altra del globo, cercando luoghi e ambienti più favorevoli alla sopravvivenza. Anche la società moderna è tutt’altro che statica, è dinamica e plastica per natura, in perenne evoluzione verso la multiculturalità; direi per niente come l’immagine che ci propongono, un vaso già pieno. Ma le destre in Europa vogliono bloccare le migrazioni, come se si potesse fermare il vento.
Dunque le “soluzioni” all’immigrazione del governo Meloni, esternalizzare le frontiere; costruire dei campi di detenzione in Albania e nei paesi nord africani; dare le motovedette alla guardia costiera libica e ostacolare le navi che salvano le persone in mare, sono risposte utili?
Ascolta, fai un po’ il conto di quanto l’Italia spende, cioè di quanto l’Italia butta via in questo modo. C’è una grande speculazione di interessi. Un miliardo l’anno per le motovedette libiche, che riprendono la gente in mare e li riportano in Libia, che poi, appena possono, ritentano la traversata. Anche 3, 4 volte succede che tentano prima di riuscire ad arrivare in Italia.
Bene, tutto il problema dell’immigrazione si risolverebbe spendendo il 10 % di quanto viene speso in questi progetti propaganda. Potrebbe essere speso in servizi dove abbiamo un ritorno. Fai la formazione professionale e dopo 6 mesi uno può iniziare a lavorare, regolarmente pagando le tasse. Fai corsi d’italiano e alla fine hai gente capace di intendere la lingua e destrarsi nella vita della comunità.
È stato fatto richiesta per un milione di badanti e ne sono state accettate 100.000. Vuol dire che avremo 900.000 badanti al nero. Tasse che non entrano allo Stato, per pagare la sanità, le pensioni eccetera. Facendo le cose in regola, a beneficio di tutti, spenderemmo il 10% di quanto spendono nel tentativo di fermare queste migrazioni, e guadagneremmo tutti!
Vedi, il 90% dei miliardi spesi è solamente propaganda elettorale, totalmente inutile e anche disumano. La solita tattica di cercare un nemico e istigare all’odio, dandogli la colpa per tutti i problemi, quando il nemico non c’è. Come se avessimo ancora la mentalità coloniale. Paghiamo i dittatori delle colonie a risolvere il problema, là, nei paesi dove i diritti umani non sono di casa. Bisogna smettere di prendere le loro ricchezze e tenerli sottomessi. È l’ora di cambiare mentalità, cambiare sistema.
Dicevi del nemico numero uno: il migrante; ma il nemico numero due pare essere lo scafista, il mercante di uomini senza scrupoli che prende i soldi e li porta in Italia, non è vero?
Gli scafisti, vuoi dire quelli che lucrano sulla pelle di questa gente, certo, loro prendono i soldi, sì, trovano le barche e li fanno partire. Ma non ci vanno loro nella barca. Gli danno barchini non adatti al mare aperto, l’ultimo modello è di ferro, due lamiere saldate insieme. Ma nessuno di loro rischia la vita in mare insieme ai migranti. Sono mercanti di uomini, collusi con la mafia internazionale. Loro se ne stanno comodi a contare i soldi, sulle barche non li trovi di certo.
Quali soddisfazioni hai avuto durante e dopo la realizzazione del film? Le tue aspettative, quale ruolo e quale compito vorresti dare al film nei prossimi mesi?
La gioia di vedere che il lavoro che ho fatto serve a qualcosa. Per esempio, due zii di una operatrice che compare nel film non le rivolgevano più la parola da quando aveva intrapreso la professione a bordo. Dopo avere visto il film, hanno cambiato completamente idea, hanno aperto gli occhi e riabbracciato la nipote.
Nel film è la prima volta che le ONG sono messe tutte insieme, considerate come un unico esercito di Pace. Così è più difficile attaccarle quando sono in squadra. La mia speranza è che venga visto da migliaia di persone. Abbiamo già i sottotitoli in inglese e spagnolo. Stiamo lavorando ora, battendo ogni strada, bussando a ogni porta, perché si diffonda per creare un’opinione pubblica più consapevole. Perché si alzi una voce unica in coro per dire basta.
Molte scuole hanno aderito; la Regione Toscana potrebbe mettere uno spazio a disposizione per le varie scuole, per portarci gli studenti a vederlo. Le parrocchie, i circoli arci, le associazioni lo stanno chiedendo per organizzare proiezioni. Abbiamo in programma una serata al Nuovo Teatro delle Commedie a Livorno il 24/6 ore 21.00 con la presenza delle istituzioni. Questa è la strada avanti! Grazie per questo pezzo che abbiamo fatto insieme!
Per contattare Marco: Facebook: Un mare di porti lontani.