Di nuovo il pericolo delle Fake news
Da sempre vengono usate le notizie false per condizionare un popolo, ed esempi clamorosi recenti sono: per legittimare l’invasione dell’Iraq nel 2003; nell’elezione di Trump a Presidente USA e nel referendum sul Brexit nel 2016. Questa volta anche Elon Musk si presta alla manipolazione - per alimentare un clima di paura e odio degli immigrati nel Regno Unito.
Che cosa è successo
Dopo l’omicidio di tre ragazzine nel Merseyside, il 29 luglio scorso, da parte di un giovane inglese, successivamente catturato, il tribunale, come prescrive la legge, non ha rilasciato, in un primo tempo, il nome del minorenne. Così non hanno perso tempo varie piattaforme di estrema destra a far circolare una notizia falsa ma dettagliata sull’identità dell’attentatore, e cioè che fosse un immigrato musulmano, arrivato con i barconi nel Regno Unito.
La notizia, insieme ad un invito alla vendetta, è divampato attraverso i social media in poche ore, come un incendio boschivo d’estate. Così dal giorno seguente, i più violenti razzisti hanno potuto darsi appuntamento per saccheggiare e devastare moschee, centri d’assistenza e strutture di accoglienza per i rifugiati e richiedenti asilo in varie città dell’Inghilterra e dell’Irlanda del Nord. Dopo sei giorni di violenza e scontri con la polizia, sono stati registrati quasi 400 arresti e dozzine di agenti di polizia feriti.
In realtà l’omicida era un diciasettenne, nato a Cardiff, la capitale del Galles, da genitori ruandesi; ma, come spesso accade, la successiva pubblicazione della verità non ha avuto nessun impatto sulla situazione già incendiata.
Chi c’è dietro
Tra i più noti personaggi manipolatori della rivolta anti-immigrazione e anti-islamista, spicca Nigel Farage, deputato dell’estrema destra e ‘padrino spirituale’ di Brexit; un ruolo rilevante ha avuto la English defense League, un gruppo di hooligans, islamofobi e suprematisti inglesi, sotto la guida del noto pregiudicato, truffatore Tommy Robinson; ma il più notorio di tutti è sicuramente Elon Musk, guru dell’estrema destra internazionale e proprietario della piattaforma X (ex Twitter). Sfruttando il suo social media, ha moltiplicato le interazioni con notizie false nel tentativo di radicare convinzioni anti migranti tra i suoi followers.
Comunque, il tribunale di Leeds ha dato una condanna esemplare ad un inglese per il reato di istigazione all’odio razziale via social, solo pochi giorni dopo i post incriminati. Infatti, aveva postato una serie di messaggi che incoraggiavano all’attacco e la distruzione di un centro dove sono alloggiati richiedenti asilo. Contro questa sentenza il tycoon Musk si è scatenato, accusando il governo laburista di censura, alla sovietica, e di sopprimere la libertà di parola. Chiaramente per Musk la libertà di parola vuol dire la libertà di propagare fake news e incitare all’odio razziale, fino a incoraggiare i suoi seguaci a commettere violenza.
La risposta del governo
Oltre a seminare odio e violenza, lo scopo secondario dei ‘promotori’ della sommossa era ovviamente anche di creare problemi per il nuovo governo laburista. Era dal 2011 che il paese non veniva sconvolto da manifestazioni così violente e il nuovo premier britannico, Keir Starmer, era procuratore capo all’epoca.
Infatti, la risposta di Starmer, in carica dallo scorso 5 luglio, è stata chiara e decisa: «Qualunque sia la ragione apparente, questa non è una protesta, bensì pura violenza e non tollereremo attacchi alle moschee e alle nostre comunità musulmane» ha detto. Yvette Cooper, la ministra dell’Interno, ha affermato che «i criminali che attaccano la polizia e fomentano i disordini nelle strade pagheranno il prezzo della violenza e del loro teppismo».
Il premier ha invocato il pugno duro, dando alla polizia il pieno appoggio del governo per adottare le misure più severe possibili. Ma ora dovrà intervenire non solo sul fronte dell’ordine pubblico.
Il disagio sociale
Oltre alle conseguenze nefaste di Brexit che hanno colpito, più che altro, i meno abbienti, ci sono anche settori della popolazione che soffrono particolarmente lo smantellamento del Welfare, sia nell’assistenza sanitaria che nei contributi statali, i benefit. Questi nuovi esclusi e i disereditati offrono terreno fertile per le idee del “patriottismo”, contro l’Islam e la cosiddetta “sostituzione etnica” dell’estrema destra.
Il test più difficile per il premier e il suo governo sarà quello di lavorare sulle cause che hanno portato alle violenze, evitando di minimizzare l’accaduto ma affrontando, appunto, il disagio sociale e offrendo risposte reali, creative, inclusive.
La risposta popolare
Dopo i primi giorni di disordini, la reazione popolare è stata straordinaria: migliaia di cittadini sono scesi in strada per contrastare pacificamente la violenza degli estremisti di destra. Dal 7 agosto sono state organizzate, sempre attraverso i social media, enormi manifestazioni contro il razzismo nelle piazze di Londra, Birmingham, Bristol, Brighton, Liverpool e altre città dell’Inghilterra.
I cartelli mostravano messaggi di solidarietà e accoglienza, i valori fondanti di gran parte del popolo britannico: “rifugiati benvenuti, razzisti No!”, “uniti contro il razzismo”, “fascist scum out of Brum” (feccia fascista via da Birmingham) e molti altri.
Questa reazione popolare spontanea, in misura schiacciante, dimostra l’orientamento di una società piena di diversità etnica e culturale, piena di contraddizioni e contrasti, ma fondamentalmente contrario al razzismo dell’estrema destra.
Il mio commento
Il sistema dominante attuale, neo liberista, sta portando il mondo che conosciamo diritto al collasso economico e sociale. Le migrazioni di popoli verso luoghi sicuri e ospitali, che fanno parte della storia dell’uomo, stanno producendo nel mondo moderno uno sconvolgimento epocale.
Visto che le società moderne sono in continua evoluzione, sono dinamiche, elastiche e flessibili e dispongono di tecnologie e strumenti oggi che permettono l’uomo di inventare e implementare schemi sociali inclusivi completamente nuovi; visto che, dal punto di vista etico, legale, spirituale e religioso, nonché di diritto internazionale, siamo tutti nati con il medesimo sacrosanto diritto alla vita, alla scuola, alla casa e al lavoro, non ci resta alternativa che escogitare nuove modalità per la convivenza pacifica, vantaggiose per tutti.
Come dice Papa Francesco, bisogna necessariamente realizzare un modello di società non più basato sullo sfruttamento, ma sulla soddisfazione dei bisogni essenziali, sulla qualità della vita e sulla felicità.