Ogni volta che l’influencer Meloni ricompare sui social, magari dopo averci allegramente ghostato e credendo di deliziarci con la sua presenza, ho sempre l’impressione di trovarmi dinanzi a una nota pubblicità di un’assicurazione: un uomo che, nonostante l’auto in panne in aperta campagna e lo scatenarsi improvviso di una tempesta, si ostina a ripetere a telefono: «Va bene, va tutto bene!» Così lei e i suoi sodali, così la stampa e le emittenti televisive allineate, che le fanno da megafono. Forse è l’unica lezione appresa dal periodo pandemico. Ma sul serio va tutto bene? Facciamo un riepilogo di questa caliente estate italica.
Partiamo dalle Europee di inizio giugno: al no al bis di Ursula, dopo averla prima seguita ovunque con devozione (sic!), e all'abbandono del finto europeismo e moderatismo, con tanto di bacio di Biden, sono seguiti i tentativi affannosi della premier di convincere gli italiani (e forse se stessa) che l’Italia non sarebbe stata marginalizzata, ma che se così fosse accaduto la colpa non sarebbe stata attribuibile alle sue scelte scellerate. Ci si è unito anche il coro giornalistico dei “brava, non sottometterti all’Europa brutta e cattiva, guerrafondaia, traditrice degli elettori”. Intanto, però, adesso si spera nel prezioso Fitto, sacrificato sull’altare della Patria, come aspirante commissario nel futuro esecutivo europeo, affinché sia il salvitalia, il parafulmine dell’esecutivo, e riavvii una neo assimilazione dell'estrema destra nei gangli di palazzo Berlaymont.
Nel frattempo, ci sono state le inchieste di Fanpage sui rigurgiti fascisti della giovanile di Fratelli d'Italia e il rapporto Ue sulle pessime condizioni dello stato di diritto e della libertà di stampa in Italia. E lei come ha reagito? Con il solito vittimismo, paventando complotti e congiure, fake news, immaginari nemici della Patria (cioè quella stessa stampa italiana già malaticcia). Non contenta, con una manovra di distrazione, durante la meritata vacanza pugliese, un altro evento l’ha costretta a un’apparizione video, gridando a un nuovo “complotto”, a cui questa volta si sarebbero aggiunte anche le toghe “rosse” (come col Cav), per una presunta indagine sulla sorella, di cui ha scritto, senza un briciolo di prova, il suo stesso biografo sulle colonne di un quotidiano d’aria.
Non dimentichiamoci poi delle mosse per scipparle il ruolo di madrina della destra italiana ed europea del Capitano, con una più decisiva virata destrosa della Lega, che ha accolto in seno, candidandolo alle Europee, l’«eccesso osceno» (come direbbe Slavoj Žižek) dell’intero sistema qualunquistico, inviso però agli stessi qualunquisti più collaudati; e con l’adesione convinta ai Patrioti di Orban, il neo gruppo europeo antieuropeo di destra destra. A chiudere il cerchio, ci sono state nuove inchieste, questa volta da parte di Domani e di Repubblica, sui rapporti nascosti di FdI con le associazioni neofasciste, a cui Alleanza Nazionale, la cassa del partito delle Mellones, avrebbe offerto una somma utile a prelevare la storica sede romana di Acca Larenzia, del fu Movimento sociale italiano.
Forse, sono una reazione a tutto a questo le velleità moderate di Forza Italia. Molto probabilmente dovute anche all'inaspettato buon risultato a doppia cifra alle Europee; o al pungolo dei figli di Berlusconi, in particolare di Marina, che sui diritti si è detta più vicina alla sinistra di buon senso. Sta di fatto che persino il docile Tajani ha acceso una miccia agostana dichiarandosi favorevole allo Ius Scholae, che prevederebbe la concessione della cittadinanza italiana ai migranti di seconda generazione, dopo un ciclo di studi. Anzi, due anzi: a 16 anni. Laddove l’oramai superata legge vigente la concede solo al raggiungimento della maggiore età, senza che mai il “candidato” abbia lasciato nel frattempo Paese.
Chi scrive preferisce lo Ius Soli, cioè l’ottenimento della cittadinanza con la nascita sul suolo italiano, convinto che non si tratti di una concessione, ma di un diritto da riconoscere. Ma si potrebbe considerare la proposta azzurra un "moderato", benché minimalistico passo avanti. Senonché, dopo gli scontri con la Lega (contraria, con FdI, a ogni riforma della cittadinanza), a colpi di dichiarazioni pro e contro della Buonanima, dopo un tira e molla sotto il solleone estivo, pare che il leader forzista si sia tirato indietro: mai contro gli alleati.
Vedremo cosa accadrà in autunno. Intanto restano aperte altre questioni per cui azzannarsi (autonomia differenziata, giustizia, carceri). Ma, alla fine, come sempre, si metteranno d'accordo, simulando un'unità che non c'è. Infatti – e si giunge a fine agosto –, con il vertice di maggioranza e il cdm, Meloni ha tenuto a precisare: «Da trent'anni il centrodestra conferma la propria solidità e compattezza, con la capacità di trovare sempre la sintesi.» E la noticina della Lega, poi scomparsa, sul non utilizzo da parte dell’Ucraina delle armi in territorio russo? Un errore di stile? Come cantavano i Righeira: “l’estate sta finendo, un anno se ne va, sto diventando grande”. Ma io sono sempre di più persuaso che la cosa non riguarda questi politici, che restano sempre, irremovibilmente piccolissimi. Dopotutto, si dicono conservatori.