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Insetti amici utilizzati nella lotta biologica

L’agricoltura tradizionale è un metodo di produzione agricola che utilizza prodotti chimici di sintesi (fitofarmaci) per il controllo della popolazione di insetti patogeni. Si è scoperto, in tempi più o meno recenti, a lungo andare e con dosi massicce, che questa tecnica è potenzialmente dannosa per il terreno, la cultura e infine per l’uomo. Per fortuna esistono delle alternative valide come la lotta biologica.

Tra i metodi di agricoltura biologica che dunque risultano meno impattanti dal punto di vista dell’ambiente e della salute umana c’è la lotta biologica integrata ai fitofagi, questo metodo utilizza gli insetti antagonisti – i predatori naturali per intenderci – degli insetti dannosi per le culture.

 

Ma che cos’è propriamente un insetto? Tutti gli insetti appartengono al grande regno animale, a cui apparteniamo anche noi. La parola insetto deriva dal latino in-sectum, cioè diviso in setti, in pezzi, questi pezzi sono il capo, il torace e l’addome, divisi a loro volta in altri pezzi più piccoli. Tutti gli insetti per diventare adulti attraversano varie fasi dello sviluppo, dallo “sgusciamento” (schiusa dell’uovo) allo sfarfallamento (quando l’insetto adulto esce dalla pupa), passando dallo stadio larvale di primo, secondo e terzo stadio, tra uno stadio e l’altro l’insetto fa la metamorfosi cioè si trasforma facendo la muta, cambiando il suo esoscheletro, il guscio esterno, rigido, composto più che altro da chitina, sostanza presente anche nei nostri capelli.

Tra gli insetti amici troviamo la coccinella, diventata un vero e proprio simbolo per la lotta biologica. La coccinella è un predatore naturale degli afidi. Gli afidi, o pidocchi delle piante, sono insetti piccolissimi e appartengono all’ordine dei Rincoti, un vasto gruppo di insetti che hanno in comune il loro apparato boccale chiamato rostro. Il rostro è di tipo pungente – succhiante, particolarmente adattato a pungere la foglia della pianta malcapitata e succhiarne la linfa. Gli afidi non causano danni diretti alle culture, ma sono “portatori” o vettori di virus trasmettendo virosi alle piante che accartocciano e rinsecchiscono la foglia.


Difendersi dagli afidi è possibile anche senza usare pesticidi chimici, usando appunto le coccinelle, che si cibano degli afidi. Nel gruppo delle coccinelle possiamo trovare oltre 6000 specie diverse, per attrarre queste amichette nell’orto, non si devono usare fitofarmaci, se no si rischia di far crollare la popolazione di coccinelle. Ci sono inoltre una serie di piante che sembrano essere gradite alle coccinelle, in particolare aromatiche e fiori, ma anche ortaggi. Risulta per questo molto utile avere nell’orto la calendula, il tarassaco, il rafano e il timo, tra gli ortaggi il cavolfiore, il broccolo e il rafano. Visto che le coccinelle amano particolarmente nutrirsi di afidi è evidente che quando ci troviamo con un’alta presenza di questo parassita è molto probabile attrarre anche il nostro coleottero rosso a puntini neri. Se portiamo una pianta di fagiolini colonizzata da afidi neri in un campo in cui abbiamo altri tipi di piante non soggetti a questo parassita, possiamo far avvicinare coccinelle, che poi rimarranno a proteggere le colture dai propri parassiti. Nel nostro orto sono particolarmente utili anche siepi, pietraie, alberi sviluppati che fungono da riparo alle nostre amichette.

Ciò è quanto concerne questo straordinario insetto. Ma vorrei parlarvi anche di un altro gruppo di insetti molto efficace in lotta biologica, i microimenotteri. Microimenottero significa piccolo imenottero, ordine di insetti che comprende oltre 120.000 specie diffuse in tutto il mondo, a cui appartengono le api. Hanno tutti in comune, tra varie cose, come l’apparato boccale masticatore o lambente succhiatore, composto da genericamente da un labbro inferiore, due mascelle, due mandibole e un labbro inferiore e la terebra, cioè il “pungiglione delle api”, organo modificato dai microimenotteri, in grado di penetrare l’insetto ospite deponendo le uova al suo interno, parassitandolo e provocandone la morte. Si sfrutta questa caratteristica per controllare le popolazioni di molti insetti infestanti per le nostre culture. In altre parole, si usano i microimenotteri, antagonisti naturali di varie specie di insetti infestanti, sfruttandone il loro parassitismo.

Alvesgaspar, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

La mosca dell’olivo è simile alla mosca comune e fa parte dello stesso ordine, cioè quella dei ditteri; è il parassita più preoccupante per gli uliveti italiani. Nelle stagioni più favorevoli (fine estate, inizio autunno) può provocare molti danni, poiché le larve si nutrono della polpa dell’oliva, oltre che a essere un vettore di molte patologie per la pianta, con perdite indigenti sulla produzione delle olive e dunque dell’olio. È importante dunque tenersi pronti a intervenire.

 

In natura esistono diversi predatori naturali come la Psytallia concolor, microimenottero piccolo 3,5 cm, che come detto è un endoparassita. La femmina depone un uovo nella larva della mosca olearia, e il parassita si sviluppa all'interno dell'ospite passando attraverso i vari stati di crescita (tre stati di larva e uno di pupa, lo stadio che precede quello di adulto). Dopodiché fora il guscio dell'ospite, provocandone la morte. Per mantenere la popolazione del nostro amichetto in efficienza dobbiamo sapere che è limitato dalle basse temperature con arresto dello sviluppo a 10°C, dunque meglio non usarlo se ci si trova in una zona con temperature molto rigide. Ha anche lui nemici naturali dunque, meglio controllarne la popolazione, l'attività è molto limitata dall'inverno all'estate e mentre ha un picco in autunno.

Immagine 1: Olei,CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons; immagine 2: Patrick Clement from West Midlands, England, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons.

La Carpocapsa del melo è una piccola farfalla di 15-22 mm appartenente all’ordine dei lepidotteri, ordine a cui appartengono tutte le farfalle. La larva è uno dei principali parassiti del frutteto, attaccando soprattutto le piante pomacee come il pero e il melo, divorandone i frutti e nei casi più gravi può arrivare a determinare la perdita totale del raccolto. Una volta che le uova della carpocapsa sono state deposte nel frutto non c’è più molto da fare. Per evitare di trovare le larve nei frutti del nostro frutteto, possiamo solo contrastare l’insetto adulto. In natura esistono vari nemici come l’Ascogaster quadridentatus, piccolissimo imenottero lungo 3 mm di colore nero. La sua larva, lunga 2 mm, rimane all'interno dell’ospite fino a quando non è quasi maturo. Non inizia a svilupparsi fino a quando l'ospite non è nel quarto stadio di sviluppo. Poi, la larva parassitoide cresce, consumando l'intera larva ospite. La larva quasi matura esce dal corpo della larva ospite provocandone la morte.


La cocciniglia è uno dei nemici principali delle piante, stretto parente degli afidi, poiché è dello stesso ordine di quello dei rincoti. In natura se ne trovano circa 7.000 specie, un attacco di cocciniglia può portare, a lungo andare, all’indebolimento strutturale della pianta e con il tempo alla sua morte. La cocciniglia è in grado di invadere tutta la struttura fogliare della pianta, nutrendosi della sua linfa. Durante l’infestazione, produce la melata, una sostanza zuccherina che attira parassiti e funghi che possono, indirettamente, provocare la morte della pianta (addirittura le formiche ghiotte di melata allevano sugli steli le cocciniglie per cibarsene). I danni maggiori sono provocati dalle femmine di cocciniglia, ma essendo piccolissime non è facile rendersi conto di un attacco. I “campanelli di allarme” sono l’ingiallimento e raggrinzimento delle foglie. I nemici naturali sono ancora i nostri amici parassitoidi microimenotteri come l’Amitus spiniferus, Amitus hesperidum, Trissolcus basalis.

Per reperire gli insetti utili per poi lanciarli nel momento del bisogno, è necessario allevarli nelle biofabbriche. La biofabbrica è un’impresa che alleva e vende grandi quantità di insetti utili nella lotta biologica. La prima biofabbrica di cui si ha notizia venne impiantata nel 1916 in California per allevare un predatore di origine australiana (Cryptolaemus montrouzieri) allo scopo di utilizzarlo per la lotta alla cocciniglia degli agrumi (Planococcus citri). Per esigenze organizzative ed economiche gli insetti utili possono essere allevati in condizioni ambientali completamente differenti rispetto a quelle naturali. Quando è possibile si ricorre a substrati artificiali, ma per alcune linee di produzione è necessario disporre anche di coltivazioni in serra. In Italia ci sono vari stabilimenti come quello della BIOPLANET che produce circa due milioni di insetti al giorno.

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