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Il volto autoritario del governo Meloni si fa sempre più evidente

Quindicimila persone sono scese in piazza a Milano per chiedere la fine delle violenze nella Striscia di Gaza. Un corteo colorato, partecipato da famiglie, giovani e anziani, che si è però concluso con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, danni a esercizi commerciali e sette fermi. Ma ciò che più colpisce non è l’esito della protesta, bensì il clima politico in cui si è svolta. La gestione della piazza da parte dello Stato riflette, a mio avviso, una deriva autoritaria ormai innegabile.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Manifestation_Toulouse,_22_novembre_2014_(15670339738)_(2).jpg
Pierre-Selim, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Il nuovo "Decreto Sicurezza", approvato nei giorni scorsi, è un chiaro segnale in questa direzione. Dietro la retorica della "legalità" e dell’"ordine pubblico", il decreto rafforza i poteri delle forze dell’ordine e dei servizi segreti, introducendo norme che, di fatto, offrono una sorta di scudo preventivo a eventuali abusi. L’articolo 31 del decreto, ad esempio, permette ai servizi di infiltrare e dirigere organizzazioni eversive, un’aberrazione democratica che riporta alla mente pagine oscure della cronaca del nostro Paese. Altre misure invece criminalizzano l’occupazione di edifici da parte di famiglie in difficoltà, una giustizia “forte coi deboli e debole coi forti” quella voluta dal governo Meloni.

 

In questo clima, episodi come quelli di Milano assumono un significato più ampio. Non si tratta solo di ordine pubblico, ma del rischio concreto che il “potere”, protetto da nuove leggi, agisca senza reale controllo democratico. Le forze dell’ordine, già dotate di ampi margini operativi, potrebbero ora muoversi con sempre meno vincoli e più impunità, anche in contesti delicati come le manifestazioni di dissenso.

 

Il tentativo di silenziare il conflitto sociale a colpi di decreto non è solo un segno di debolezza politica: è un attacco diretto alle libertà fondamentali. A me pare evidente che ci stiamo allontanando dalla democrazia sostanziale, quella fondata sul confronto, la partecipazione e il diritto al dissenso. Per questo oggi, più che mai, è fondamentale che le piazze restino vive. Anche nel silenzio delle istituzioni, restano l’ultimo argine contro gli autoritarismi.

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