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I dazi Usa, crisi o opportunità?

Con i primi giorni del mese di aprile sembra che Trump abbia mantenuto una delle sue promesse, imporre dazi a tutti i Paesi considerati competitori sleali.

 

Apparentemente è un paradosso che proprio il Paese che più rappresenta il paradigma ideologico del capitalismo neoliberista, in cui la libera circolazione a livello globale di merci e capitali è considerata un valore, stia mettendo in discussione il sistema che ha sempre sostenuto.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Donald_Trump_with_new_Presidential_tariff_chart_on_2_April_2025_at_the_White_House_(cropped).jpg

In realtà non c’è nulla di paradossale. Il tanto decantato libero mercato è uno specchietto per le allodole dato in pasto al popolo come panacea di tutti i mali. In realtà sono i poveri quelli più sottoposti alle regole della concorrenza spietata e alle leggi del mercato con tutele sempre meno efficaci. Quando, invece, questo meccanismo rischia di danneggiare le élite economiche solidali con il potere politico, gli Stati quasi sempre vanno in loro soccorso. Cosa che è successa puntualmente con la crisi dei mutui subprime, in cui non mi risulta che nessuno dei responsabili si sia ridotto a chiedere l’elemosina sotto i ponti di New York.

 

Si fa un gran parlare delle conseguenze che avrà questa politica dei dazi, ma in realtà, nessuno le conosce ora anticipatamente. Quasi sempre le previsioni anche di grandi esperti in materie economiche non si avverano, mostrandoci quanto queste scienze non siano esatte. Qualcuno si ricorda il vaticinio di tre anni fa sul fallimento finanziario della Russia a causa delle sanzioni?

 

Come gli Stati Uniti, che sul loro territorio hanno praticamente tutto ciò può sostentare la propria popolazione ed economia se fosse solo di sussistenza (ma si sa che il capitalismo ha bisogno per funzionare del commercio internazionale), anche il resto del mondo può benissimo fare a meno di loro. Basterebbe che si creassero le condizioni geopolitiche perché ciò accada. Purtroppo, al momento, non si vede alcun leader politico che riesca a vedere tale opportunità.

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