Finalmente Kamala può parlare liberamente dopo che Biden ha comunicato che non si ricandiderà. Ad esempio, in occasione della visita di Netanyahu ha dichiarato: “Israele ha diritto alla difesa, ma come lo fa conta. Su Gaza non resterò zitta”. Finora lobby e potentati statunitensi non le hanno lasciato molto spazio, pur essendo vicepresidente, ma ora che la situazione è diventata caotica e pericolosa, e Trump, scampato all’attentato, ha assicurato di essere sopravvissuto perché Dio era dalla sua parte, i democratici si stanno affidando a lei con sempre maggiore speranza di poter vincere. Da due giorni vengono riprese le cose sensate che dice e tutti i governatori che potevano essere concorrenti, si sono schierati con lei. L'ex presidente Barack Obama e l'ex first lady Michelle hanno sostenuto la candidatura presidenziale della vicepresidente Kamala. Questi giorni saranno cruciali per lei e per i democratici per ricordare il Trump colpevole a Capitol Hill e le donne che l’hanno denunciato.
Per questo la prima dichiarazione durissima della Harris nei confronti del Trump truffatore e predatore sessuale ha fatto il giro del mondo e aumentato donazioni e sostenitori al partito democratico. Le proiezioni di voto, che dopo l’attentato a Trump erano salite a suo favore stanno ora virando rapidamente verso la Harris.
La campagna di Kamala si snoda da una costa all’altra anche in quella America profonda, conservatrice e sessista in cui Trump è certo di raccogliere consensi. D’altra parte a partecipare ad incontri assemblee e manifestazioni Kamala si è abituata quando era piccola: ha raccontato più volte che uno dei suoi primi ricordi è proprio una manifestazione a cui partecipò seduta dentro il passeggino, in un’atmosfera allegra e piena di voci, con lo sguardo coperto da un muro di gambe e di schiene [1].
Nel suo libro Le nostre verità [2] Kamala racconta di come la madre indiana si fosse laureata a Delhi e poi iscritta negli Stati Uniti a Berkeley dove incontrò il padre giamaicano ad una manifestazione per i diritti civili. Non tornò in India e si sposò. «Mia madre capiva molto bene che stava crescendo due figlie di colore. Sapeva che la sua terra di adozione avrebbe visto Maya e me come delle ragazze nere, ed era determinata ad assicurarsi che diventassimo, come tali, donne fiere e sicure di sé» [3].
*Brano di Chappell Roan diffuso dalla campagna di Kamala Harris
[1] Costa Francesco, Una storia americana. Joe Biden, Kamala Harris e una nazione da ricostruire, Mondadori, Milano, 2021, pag. 21.
[2] Harris Kamala, Le nostre verità, La nave di Teseo, Milano, 2021.
[3] Harris Kamala, op. cit., pag. 18.