Il 6 dicembre è stato presentato il Rapporto Censis 2024, dove vengono rappresentati i più significativi resoconti socio-economici del paese.
Il Rapporto ha destato scalpore per via del fatto che gli abitanti della penisola italica non siano a conoscenza delle loro radici più profonde, si trovino in uno stato confusionale in merito a ciò che sta succedendo intorno alla nazione e stiano diventando marcatamente antioccidentali, quindi contro loro stessi.
Bassorilievo posto nel 1919 che raffigura Giuseppe Mazzini e la sua frase «ho fede incrollabile nell'avvenire d'Italia». Murata nel portico del Palazzo Comunale di Rieti (Lazio) - Alessandro Antonelli, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons
I problemi in merito al declino intellettuale sono molteplici e, a giudicare dalle modalità con cui viene gestito il dibattito culturale nel paese, non sembra che si voglia intervenire in modo massiccio per cambiare la traiettoria; anzi, si predilige lasciare deragliare la nazione canticchiando Sesso e Samba di sottofondo e memando le dichiarazioni di dubbia efficacia del Ministro Salvini.
Nel catastrofismo che pervade i cittadini troviamo che il 49,6% degli italiani ritiene che il futuro sarà condizionato dal cambiamento climatico, per il 46,0% dalla piega che prenderà la guerra in Medio Oriente, per il 45,7% dal rischio di crisi economiche e finanziarie globali, per il 45,2% dall’aggressione russa all’Ucraina, per il 35,7% dalle migrazioni internazionali, per il 31,0% dalla guerra commerciale e dalle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, per il 26,1% dai cambiamenti radicali prodotti dalle innovazioni tecnologiche. Eventi di dibattito pubblico trattati spesso con superficialità, che non possono non creare confusione in un popolo sempre più passivo e remissivo nei confronti dell’andamento dello Stato in cui vive. Questo ha portato al ritrarsi dalla vita pubblica, con un tasso di astensione delle ultime elezioni europee pari al 51,7%, mai così alto nella storia della Repubblica, impressionante anche per il fatto che lo slogan di questo ultimo periodo è legato alla difesa delle democrazie del pianeta. Esiste una crescente sfiducia nei sistemi democratici, poiché l’84,4% degli italiani è convinto che ormai i politici pensino solo a soddisfare i propri bisogni e il 68,5% ritiene che le democrazie liberali occidentali siano in forte crisi e non funzionino come dovrebbero. Il 70,8% si considera antioccidentale e pensa che i responsabili della situazione internazionale attuale siano i Paesi dell’Occidente, accusandoli di voler ricreare un mondo a propria immagine e somiglianza e, più precisamente, il 66,3% incolpa principalmente gli Stati Uniti per le guerre in Ucraina e in Medio Oriente.
L’assenza di una pedagogia unitaria che porti la nazione ad avere un’identità storica si riflette con l’ignoranza in merito agli eventi che hanno preceduto la Storia democratica del paese: il 55,2% degli italiani non è a conoscenza del fatto che Mussolini è stato destituito 1943, il 30,3% non riesce ad inquadrare la figura di Giuseppe Mazzini, il 30,3% non conosce l’anno dell’Unità d’Italia, il 28,8% ignora quando è entrata in vigore la Costituzione, nonostante Benigni.
Anche la poesia non ha più lettori dal momento che il 41,1% degli italiani confonde Gabriele D’Annunzio con Giacomo Leopardi per L’infinito o non sa dare una risposta in merito, mentre per il 35,1% Eugenio Montale è stato un eminente Presidente del Consiglio dei ministri degli anni ’50.
Il Rapporto Censis, anziché denigrare i cittadini, dovrebbe essere preso come spunto per un enorme esame di coscienza, dove si assiste impassibili alla deriva sociale di una nazione in mezzo a conflitti mediterranei, con una capitale in decadenza che si culla sulle grandezze del passato senza avere alcuna proiezione verso il futuro, imprigionata in un malessere che si denota dal modo in cui la politica non si preoccupa nemmeno più di rivolgersi ai cittadini, dimenticandosi dei “salari bassi, la fame bussa, il terrore russo, Trump e Putin”.
Per ironia della sorte Politico ha nominato Giorgia Meloni come la donna più potente d’Europa, la quale, secondo il quotidiano, “negli ultimi due anni Meloni ha consolidato il suo governo come uno dei più stabili mai esistiti nell'Italia del dopoguerra” e il suo “aspetto curato e pratico contribuisce all'immagine di stabilità”, che significa, tradotto in politichese, “L’Italia esegue gli ordini di Washington”, capitale del mondo libero. Quello capitalista.