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La bottega delle filosofie. Il Manifesto

Un invito a condividere e arricchire il nostro pensiero in un ambiente di rispetto reciproco.

Ispirandoci a una nota citazione di Karl Popper secondo la quale ognunǝ di noi abbraccia una filosofia personale, questa rivista si apre a chiunque desideri esprimere liberamente il proprio pensiero, sempre nel rispetto e nel riconoscimento degli altri. Perché, se è vero quanto osserva Immanuel Kant che: «quel potere esterno che strappa agli uomini la libertà di comunicare pubblicamente i loro pensieri li priva anche della libertà di pensare, cioè dell’unico tesoro rimastoci in mezzo a tante imposizioni sociali, il solo che ancora può consentirci di trovare rimedio ai mali di questa condizione», è altrettanto vera la premessa che fa il massimo esponente dell’Illuminismo e della filosofia del rispetto, dove chiede: «Quanto, e quanto correttamente penseremmo, se non pensassimo per così dire in comune con gli altri a cui  comunichiamo i nostri pensieri, e ci comunicano i loro?». Non bisogna mai dimenticare, infatti, che il nostro pensiero, la nostra visione del mondo, la Weltanschauung, qualsiasi sia il nostro «atteggiamento nei confronti della vita e della morte» (è di nuovo Popper a parlare), sono sempre in fase di elaborazione, rielaborazione e messa in discussione. Perché, per dirla con un altro grande filosofo, Thomas Nagel, è «materiale filosofico grezzo», che «viene direttamente dal mondo, e dalla nostra relazione con esso» e, come ogni pensiero, va tematizzato per essere raffinato.

Cosa c'è di più adatto di una bottega per questo scopo, e in particolare, de' La Bottega delle Filosofie, che deve il suo nome a una fonte di ispirazione molto speciale, la canzone di Ivano Fossati, La bottega della filosofia. Il plurale del nome, tuttavia, è intenzionale: simboleggia la diversità dei punti di vista in dialogo e riflette l'apertura e l'inclusività che caratterizzano questo spazio. In questo contesto, chi contribuisce a queste pagine non soltanto accoglie le diversità ma le celebra. Non cerca di imporre la propria visione a discapito di altre, ma è altresì aperto e pronto a intraprendere relazioni basate sul reciproco rispetto e riconoscimento. Qui, la filosofia diventa uno strumento per costruire ponti tra le diverse prospettive, creando un ambiente di apprendimento e crescita condivisa. È un invito a partecipare a questo viaggio di esplorazione intellettuale, dove la diversità è un valore prezioso.

Per essere ancora più chiari e per evitare qualsiasi ambiguità, dichiariamo la nostra ferma opposizione a ogni forma di discriminazione, tra cui il razzismo, il sessismo, il patriarcato, la lesbotransomofobia e la xenofobia. Siamo convinti che il progresso derivi dalla promozione dell'uguaglianza e della diversità. Non ci opponiamo a chi vede nella cosiddetta "famiglia tradizionale" una modalità di espressione valida e funzionale per alcune persone, ma ci opponiamo a chi la eleva a un valore unico e assoluto, escludendo altre forme di espressione.

Sarebbe una contraddizione logica e una mancanza morale esprimere un pensiero in cui si neghi valore a altrǝ persone, autonomie, autodeterminazioni, qualità di vita e persino alle esistenze. Una simile pretesa non potrà mai essere accettata, non verrà considerata neppure opinione, pensiero, visione della vita, Weltanschauung, né autonoma, ma mero e gratuito arbitrio. Possiamo discutere su quanti angeli ballino sulla capocchia di uno spillino, ma quando si tratta di persone, della loro esistenza e delle loro modalità di vivere nel mondo, pretendere di opinare su una presunta inferiorità e di sollevare dubbi sul valore o disvalore circa gli stili di vita, insultare e insinuare, ciascuna di questi atteggiamenti saranno pesati e valutati come una mancata volontà di comunicazione e dialogo, quindi di libertà di pensiero. Possiamo essere d’accordo o meno su un’idea, una proposta, un orientamento politico, su Dio e sulla Patria, ma non possiamo essere in disaccordo sulla vita altrui. Anzi non possiamo neppure favorire politiche,  teologie, ideologie che le svantaggino, che creino disuguaglianze e gerarchie. Rispetto non significa accettare ogni pensiero o opinione come validi e accattabili, ma prenderli sul serio, confrontarli con i propri, arricchirli o, se necessario, distanziarcene proprio perché li si è considerati attentamente. Lo stesso varrà per le nostre idee, perché le idee sì, le idee possono essere messe in discussione, hanno diritto di essere messe in discussione. L’esistenza delle persone no, non esiste alcun diritto di negare loro diritto. Non possono essere sminuite e svalutate una, o più parti, del dialogo.

Chiarito ciò, proponiamo, come altra ispirazione di questa Bottega, l’aforisma con cui Cornelio Fabro, uno dei massimi interpreti di Søren Aabye Kierkegaard, apre il suo Libro dell’esistenza e della libertà vagabonda: «In fondo all’uomo c’è l’Ulisse eterno che cerca nuovi approdi.» In quanto filosofi, addetti o no ai lavori, sappiamo socraticamente di non sapere. Non possediamo una verità assoluta, non abbiamo a fondamento assunzioni di principio, non ci accontentiamo di dogmi e sistemi. Gettati nel mondo, animula vagula blandula, vagabondiamo, in perenne ricerca, ci interroghiamo, mettiamo in discussione quelle idee assolutamente comuni e le nostre stesse filosofie che, tornando a Nagel, «impieghiamo ogni giorno senza pensarci.» Cosa cerchiamo? La verità sì, ma in quanto conoscenza e comprensione di noi stessi e di ciò che ci circonda. L’affrancamento di noi stessi e di ciò che ci circonda da noi stessi e da ciò che ci circonda. Per Fabro, infatti, «la filosofia deve aprire le finestre alla libertà, le porte alla libertà, deve fondare la libertà. Una filosofia che non fonda la libertà è un letto di Procuste, una ghigliottina.»

Concludiamo, quindi, con le indicazioni di Michael Foucault circa l’atteggiamento (o ethos) filosofico da assumere, quale «critica permanente del nostro essere storico […], un tipo di interrogazione filosofica che pone il problema, al tempo stesso, del rapporto con il presente, del modo d’essere storico e della costituzione di se stessi come soggetti autonomi».

In questo senso, La Bottega si divide nelle seguenti categorie:

  1.  Sguardo sull’Attualità, cioè sul nostro presente storico, sociale e politico;

  2. Riflessioni e Dialogo, in cui esprimiamo le nostre filosofie e il nostro punto di vista su vari argomenti (morale, politica, diritti etc.);

  3. Idee e Filosofie, in cui riportiamo il pensiero di Autori e Movimenti del presente e del passato e di ogni genere letterario che ci hanno costituiti e ci costituiscono quali esseri storici e autonomi.

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